venerdì 28 gennaio 2011

Su Autostima e dintorni...



Non so bene perché, ma non ho mai avuto molta affinità d'uso con la parola “autostima”: forse perché la reputo riduttiva e anche un po' freddina, a dire il vero, rispetto a quella molteplicità di senso e di significati cui il suo svelamento rimanda.
Non parliamo poi di tutte le circonvoluzioni linguistiche usate per spiegarla: il processo soggettivo di valutazione e autopercezione in base al valore che ci diamo.
Troppo mentale e didascalica per i miei gusti.
Così ho pensato di snocciolare pensieri in libertà, facendo emergere ciò che ho appreso sulla mia pelle.

Autostima a me fa pensare alla favola del Brutto Anatroccolo e alla Bella e la Bestia.
La prima ci ricorda che non siamo noi sbagliati, ma spesso in compagnia delle persone sbagliate (per approfondire clicca qui); la seconda rammenta che è solo quando siamo visti nel profondo dell'anima, al di là delle corazze difensive che ci siamo costruiti (o che, come coriacee scorie, ci hanno ricoperto nostro malgrado), ci possiamo davvero abbandonare all'amore, con fiducia e libertà.

Autostima è conoscere  i propri bisogni, prima ancora che amarsi e accettarsi in ogni manifestazione di sé. “Se non sono me stesso, chi lo sarà per me? E se non ora, quando?” recita il Talmud, ma per poter essere se stessi occorre essere in contatto con la linfa vitale dei nostri bisogni, necessari per l'autorealizzazione. Scriveva Roberto Assagioli che “il risultato della soddisfazione delle esigenze superiori è Gioia”, poiché ciascuno ha la propria via per appagare l'anima, il proprio Sé, l'essenza immutevole rispetto alla personalità. Quando sono in armonia con la mia strada, lungo la quale posso diventare ciò per cui io trovo senso e significato, sono immune dall'opinione altrui, sono a posto con me stessa, felice.

Autostima è semplicemente osservarsi: un'osservazione obiettiva della multiforme realtà dell'animo umano, con lo stupore che caratterizza i bambini, non con il giudizio dello sguardo cinico e distruttivo del peggiore adulto.

Autostima è il coraggio di vedere e toccare con mano le proprie ferite e rendere loro onore. E' mettere sotto il cono di luce le nostre ombre, soffrire e resistere alla voglia di fuggire via lontano, ma poi perseverare e infine esultare perché ci liberiamo di inutili zavorre che ci impediscono di andare avanti.

E ancora, autostima è legata al concetto di libertà di espressione.
Quando sono consapevole della mia molteplicità, e la vivo come ricchezza, non mi vergogno di manifestarmi in tutte le mie parti, conscia che non subirò una depotenziazione di valore, nonostante alcune possano essere fastidiose o criticabili, col pensiero sempre rivolto alla possibilità della trasformazione.

Autostima è quando un'altra donna ti dice “sei bellissima”, ma non perché stai indossando l'abito che tutte vorrebbero o le scarpe all'ultimo grido, sei appena stata dal parrucchiere o dall'estetista...no, semplicemente perché irradi una luce e un'energia che fa bene a chi sta intorno, perché sei in pace con te stessa e sprigioni calore umano.
virginia

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