lunedì 21 marzo 2011

Cappelli e primavere



Sabato qui è precipitato, insolente, un temporale, fatto di plumbeo cielo e chicchi rotondi di solida pioggia, ma già dalle presentazioni si capiva che qualcosa nell'aria stava cambiando: pretendeva di essere l'inizio di una persistente giornata uggiosa, come quelle di novembre, invece somigliava tanto ai repentini temporali estivi, quelli improvvisi e inaspettati, che ti sorprendono, ma tanto sai che non dureranno molto.
Sarà stato che sabato sera c'era la luna piena, o saranno stati i desideri di tanti papà appagati che volevano una giornata di sole da godere con i loro bambini... chi lo sa... ma ecco che domenica ha ceduto il passo ad un'aria nuova, mossa dal vento, uno splendido sole compagno di un cielo vestito di azzurro sgargiante.
Oggi, lunedì, è ufficialmente primavera.
Sono particolarmente grata a questa data da anni, perché riesco a percepirne tutta la forza ed energia, perché motiva nuovamente i miei giorni e i miei progetti, porta luce e calore, simbolizza la rinascita interiore perché ognuno di noi è parte della natura che lo circonda.
Stamani ho scritto dei versi, li ho inviati alle amiche più care.
Voglio invece condividere con voi una storia che conosco da anni, ma che per una sincronicità degli eventi, è tornata di nuovo nelle mie mani qualche giorno fa, donata dalla mia mamma. Ho pensato che fosse un segno: sarebbe bello che tutte le mamme ne facessero dono alle figlie. E' una trasmissione di saggezze e verità, e l'invito, pieno di amore, a vivere con passione la vita in ogni sua primavera.

A tre anni una donna si guarda allo specchio e vede una principessa.

A otto anni si guarda e vede una Cenerentola.

A quindici anni si guarda e si vede come una sorella brutta di Cenerentola (“mamma non posso andare a scuola con questo aspetto!”).

A vent'anni si guarda e si vede “troppo grassa/troppo magra, troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo ricci” ma, dopo aver provato a cambiarsi/migliorarsi/trasformarsi,  decide che uscirà di casa lo stesso.

A trent'anni si guarda e si vede “troppo grassa/troppo magra, troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo ricci” ma decide che ha troppe cose da fare,  non ha tempo di risistemarsi e che uscirà di casa lo stesso.

A quarant'anni si guarda si vede “troppo grassa/troppo magra, troppo bassa/troppo alta, con i capelli troppo lisci/troppo ricci” ma dice “almeno sono pulita” ed esce di casa lo stesso.

A cinquant'anni si guarda, si vede “esistere” e se ne va dovunque abbia voglia di andare.

A sessant'anni si guarda e ricorda tutte le persone che non possono più nemmeno guardarsi allo specchio. Esce di casa e conquista il mondo.

A settant'anni si guarda e vede saggezza, capacità di ridere e saper vivere. Esce e si gode la vita.

A ottant'anni non perde tempo a guardarsi. Si mette in testa un cappello ed esce per divertirsi con il mondo.

A tutte le donne con l'augurio che sappiano afferrare prima possibile quel cappello.”

Io aggiungo : A tutti gli uomini, con la speranza che incoraggino le loro donne a indossarlo e ne sappiano godere insieme.
virginia

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