giovedì 10 marzo 2011

La danza della seduzione


Perché mi piace parlare di una danza?
Perché la seduzione, quando è sana, è qualcosa che avviene come in un passo a due, è un movimento armonico che si sviluppa nella dinamica di gesti che si rispondono e corrispondono e portano il contatto ad evolversi. In caso contrario si tratta invece di manipolazione, adescamento, suggestione che mira a raggirare l'altro per portarlo in territori che non gli corrispondono.
Esiste un' espressione di uso comune che esorta a “sfoderare le proprie armi seduttive”, rimandando un po' all'idea dell'incontro con l'altro come di un campo di battaglia, e questo ci fa capire quanto ormai nell'uso quotidiano siamo intrisi del significato negativo di questo processo, che alla fine piuttosto che avvicinare rischia di separare.
Un altro pregiudizio è il credere che la seduzione sia qualcosa di strettamente legato all'avvenenza, mentre in realtà è qualcosa che va oltre il mero aspetto fisico: ci sono donne (e uomini) che riempiono lo spazio, per come si muovono, come parlano, come guardano...ci sono addirittura persone che emanano un magnetismo naturale e spontaneo, seducono senza neppure esserne consapevoli.
In generale però, i primi passi di questa danza sono mossi dagli occhi, poi si passa alla parola, e infine al contatto fisico vero e proprio. Anche gli occhi però hanno un ruolo che va oltre alla semplice capacità di essere posati in maniera efficace sull'altro: il nostro, deve essere uno sguardo che osserva, che sa notare e decifrare i messaggi che l'altro invia, perché ogni persona è unica e l'incontro con lei non può essere uguale a un altro. 
Per questo sono contraria a tutto ciò che viene spacciato per tecniche di seduzione o interpretazioni letterali dei messaggi corporei: la seduzione vera è un incontro.
È l'incontro dell'energia di due sguardi portatori di significati nascosti, è l'incontro di palpitazioni ma anche reazioni estranee e improvvise, è qualcosa che indugia, gira intorno, sa attendere. Rifiuta a volte, ma per poi riaffermare.
Come tale è qualcosa che dura nel tempo, come una danza, un avvicendarsi di posture, posizioni ma soprattutto di costruzione di complicità. Se manca questo emerge solo la parte più brutta della seduzione, quella che nel senso comune spesso la rende avvicinabile a qualcosa di adulatorio, maliardo e stregato, fine a se stesso, perché rimanda alla logica dell'usa e getta.
Gli ormai citatissimi studi sulla comunicazione ci informano che nel dialogo con l'altro l'aspetto preponderante, contro ogni previsione, è il linguaggio non verbale (il semplice contenuto di quanto noi diciamo a voce incide solo per il 7%, contro il 38% del modo con cui lo diciamo e il 55% del linguaggio corporeo) quindi a maggior ragione, il processo seduttivo ha ancora più senso se paragonato ad una danza, dove il corpo la fa da padrone.
Se osserviamo due ballerini, percepiamo come sia necessario il coordinarsi e il conoscersi bene per poter ottenere un movimento fluido e bello. Inoltre è importante il contesto e l'adattamento alla musica.
Fuor di metafora, può essere vero che se certi movimenti o parole, agiti in un'atmosfera acquistano significato, in altra situazione possono risultare fuori luogo o inappropriati.
E poi, nessun ballerino è tale solo in coppia: prima di un passo a due occorre che sia esperto e conosca le proprie caratteristiche fisiche ed espressive.
Per poter trasmettere all'altro qualcosa bisogna che io sia cosciente di ciò che mi muove, perché e come, oltre a esser capace di canalizzarlo in maniera costruttiva. Come tutti i ballerini sanno, è necessario avere costantemente un doppio sguardo, su di sé e sull'altro, che permetta di essere coscienti del processo globale. Quando penso e vedo solo me stesso, ma anche quando mi perdo solo nell'altro tralasciando i miei bisogni, perdo anche di vista la relazione, quel rapporto magico che si crea soltanto se siamo entrambi presenti e sulla stessa lunghezza d'onda.
Posso essere bravissimo a fare salti mortali, ma se lo faccio mentre l'altra persona si aspetta di fare un giro di valzer, saremo sicuramente due bravissimi solisti, ognuno nel suo genere, ma insieme non potremo andare lontano...
Devo aver chiaro costantemente dove comincio io e dove inizia l'altro, altrimenti si rischia di pestarsi i piedi a vicenda e ostacolare l'armonia del risultato finale.
C'è una scena bellissima di un film sul quale molte donne hanno sognato, ovvero Dirty Dancing (qui trovi il video). È la storia di una iniziazione: al ballo, all'amore, al sesso e alla vita adulta.
“Questo è il mio spazio e questo è il tuo, io non entro nel tuo, tu non entri nel mio”, si comincia così e ci si avvicina poco a poco...in un processo di complicità, fiducia e intimità... sulle note di Hungry Eyes, lasciando solo agli occhi la facoltà di essere affamati dell'altro: un po' difficile per l'impeto di chi per natura è più portato all'azione, ma non impossibile, e di sicuro, poi più appagante. Guadagnare la fiducia reciproca permette di aprire tutte le possibilità per godere appieno della mutua seduzione, in tutte le sue forme.
Se la vediamo in quest'ottica la seduzione diventa un percorso, ci possono essere continui stimoli, non si esaurisce solo nello spazio del primo incontro o poco più.
La seduzione può esistere anche nelle coppie di lunga data, perché si possono sperimentare sempre nuove danze.
La seduzione può davvero originare da piccoli gesti, attenzioni e novità, dovute a gusti che cambiano, preferenze e bisogni in continua evoluzione, ma questo è possibile se ancora riusciamo a guardarsi con curiosità, per scoprire come se fosse la prima volta cosa può piacere a sé e all'altro e comunicandoselo.
Eccoci arrivati quindi al paradosso della seduzione: se l'etimologia (se-duco) ci indica che il suo significato è “condurre a sé”, in realtà l'esperienza ci insegna che non è possibile condurre davvero nessuno a noi, se prima non ci siamo avvicinati a lui/lei, ci siamo mostrati per come siamo e ci siamo interessati a decifrare i suoi gesti e poi conoscere chi è, cosa gli piace...
Sedurre è come il climax di un tango...gesti calibrati, lenti e subito dopo improvvisi, decisi, e poi di nuovo studiati, in un'alternanza meravigliosa di puro magnetismo di corpo e desiderio. Ma per avere questo magico effetto, ricordiamoci che bisogna necessariamente partecipare in due. E allora, invece che il flebile scintillio di una paglia, sarà l'accendersi di un fuoco sacro.
Buone danze a tutte. 
virginia 

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