martedì 10 gennaio 2012

L'amore è fatica



Titolo provocatorio, eh?!
Purtroppo non è mio, ma tratto dal tredicesimo capitolo di un illuminante libriccino di Mathias Jung , “Il piccolo principe in noi” che mi sono ritrovata fra le mani, spolverando la libreria e approfittando per rispolverare una lettura di qualche tempo fa... (non trovate delizioso, riaprendo a caso un libro già letto,  riscoprire passaggi intensi o frasi che colpiscono al cuore e notare la sincronicità che vi spinge ad aprire proprio quella pagina in quel momento della vostra vita?).
In questo testo l'autore ripercorre le tappe del viaggio del meraviglioso personaggio di Saint- Exupéry, e su ognuna opera una riflessione, grazie anche alla sua esperienza come terapeuta.
Oggi vi riporto per intero questo passaggio, perché riprende un tema che abbiamo già trattato altre volte (lo trovi qui e qui..) e ci porta a dare la possibilità di un sempre nuovo significato alle nostre relazioni. 

[…] ogni amore – chi non lo sa? – è messo in pericolo anche dalla nostra immaturità e dalle nostre debolezze, da un errore di valutazione iniziale o dall'evolversi dei due partner su percorsi differenti. […] Amare è rischioso. Si deve imparare ad amare, altrimenti si precipita. L'amore è, come ha detto Bertold Brecht, “una produzione”. È lavoro.
Il piccolo principe ha perduto la sua rosa. Poiché ama si sente particolarmente solo. Sta vivendo in realtà, come tutti gli amanti, la fase del disinganno. Che cosa vuol dire?
Significa che all'inizio dell'amore, nella luna di miele dei nostri rosei sogni, noi proiettiamo sulla persona che amiamo tutto ciò che c'è di eccitante, nobile, bello e profondo. Siamo noi a idolatrarla, a porla come assoluto. Mettiamo in scena una grossa illusione, un miraggio psicologico e naturalmente, nel farlo, idealizziamo anche noi stessi, trasformandoci in nobili castellane e intrepidi cavalieri. […] Trasformiamo la preda del nostro amore nella donna, o nell'uomo, dei nostri sogni, assolutamente senza macchia. Ed è bene che sia così. Questo ci stimola a grandiose prestazioni, a superare noi stessi. Ci consente di sgomberare il cammino da tutti gli ostacoli e di costruire il nido per il nostro amore. Alla fine di questa felicità che ci ha reso ebbri però, è necessario tornare sobri. A volte ciò può essere doloroso come il risveglio dopo una brutta sbornia. Può infatti capitare, improvvisamente, di scoprire nel nostro partner diversi aspetti negativi. Ed è qui, nel processo illuminante del disinganno, che deve affermarsi la realtà del nostro amore, la sua robustezza, la sua capacità di crescere nel confronto e la sua resistenza alle crisi. […]
Spesso, è proprio in questa fase di disinganno che si decide se il rapporto resisterà.
[…] Della fase di disinganno, e dunque del processo di maturità dell'amore, fa parte un altro esame, che ha a che fare con la polarità di legame e libertà.
Il nostro piccolo principe, dopo aver camminato a lungo fra la sabbia, le rocce e le nevi, scopre una strada che, come tutte le strade, porta agli uomini.
“Buongiorno” disse.
Era un giardino fiorito di rose.
“Buongiorno” dissero le rose.
Il piccolo principe le guardò.
Assomigliavano tutte al suo fiore.
“chi siete?” domandò loro stupefatto il piccolo principe.
“siamo delle rose” dissero le rose.
“Ah!” fece il piccolo principe, e si sentì molto infelice. Il suo fiore gli aveva raccontato che era il solo della sua specie in tutto l'universo. Ed ecco che ce n'erano cinquemila, tutte simili, in un solo giardino.   
Proprio questa verità ci capita di scoprire, prima o poi.
[…] in realtà, ci diciamo all'improvviso amaramente, il nostro partner è simile alle altre persone come una rosa alle altre rose, non è altro che “un uomo o una donna normale”.
Che cos'è l'amore se potremmo potenzialmente amare innumerevoli donne, o uomini? Allora alla nostra prima difficoltà ci sentiamo come il piccolo principe.
“mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qualsiasi rosa. Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia e di cui uno, forse, è spento per sempre, non fanno di me un principe molto importante...” E seduto nell'erba, piangeva.
La crisi del piccolo principe dovrebbe indurci a riflettere sui rapporti. Le coppie giunte a questo punto critico farebbero bene a indagare il segreto della scelta del partner. […] Le motivazioni della scelta del partner, nella loro segreta drammaturgia, sono tanto estreme quanto inesauribili. Ogni individuo ha nelle proprie origini una buona dote, ma anche un'ipoteca. Pensa di essere completamente libero nella scelta del partner, ma in realtà dipende fino ad un certo punto dal proprio inconscio. […] Tutto ciò va considerato per padroneggiare la crisi e mettere in moto un processo di crescita personale e di rivoluzione nella coppia. […]
Per la fine di un rapporto esistono validi criteri diagnostici: fondamenta carenti, scarsa disponibilità ad impegnarsi, slealtà, oppressione del partner, mancanza di rispetto e attenzione, decisioni prese senza consultare l'altro, progetti tenuti segreti, forti differenze nella pianificazione della vita, scarsi interessi comuni, mancanza di ironia, distanza fisica, avarizia.
Se gli amanti al contrario crescono insieme in una cultura del confronto, se si danno reciprocamente fiducia, se trovano impegno comune, tenerezza, generosità, umorismo e gioia di vivere, se padroneggiano anche le crisi derivanti, per esempio, da una storia al di fuori della coppia, dagli insuccessi professionali e dalle preoccupazioni per i figli, allora nasce tra loro una nuova, invisibile qualità. Ecco che cosa rivela al piccolo principe la volpe nel punto culminante del racconto.
“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.”
“L'essenziale è invisibile agli occhi” ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
“è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”
E' il tempo a legarci all'altro, ma non il semplice continuum fisico degli anni trascorsi, bensì il tempo riempito, quello in cui abbiamo, come afferma Bonhoeffer “vissuto come esseri umani, fatto esperienze, imparato, creato, goduto, sofferto”. La qualità invisibile, ma essenziale del nostro amore può essere vista solo con il cuore. Ecco la fatica dell'amore, la lotta per ciò che ci unisce.
Rendere costruttiva l'aggressività, chiarire i rapporti, confrontarsi per trovare un accordo anche sulle noie quotidiane dei lavori domestici. Discutere dei problemi quotidiani con i figli, lasciarli andare per la loro strada quando è il momento, affrontare in modo creativo l'invecchiamento comune. Dobbiamo operare una rivoluzione e una sintesi di coppia a livelli sempre nuovi.
[…] Il piccolo principe deve gettare nell'immondizia la sua sciocca campana e la rosa deve ritrarre le sue spine pronte a pungere. […]
Va' a rivedere le rose – consiglia la volpe al piccolo principe – capirai che la tua è unica al mondo. Ora il piccolo principe ha capito perché ama la rosa, essa è il suo fiore.
Ora può andare dalle rose e dire quello che nessuno di noi dovrebbe dimenticare.
“voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente” disse “nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ora è per me unica al mondo”.
E le rose erano a disagio.
Persino le stupidaggini del nostro amore sono una sua espressione e segnano la sua elevata qualità soggettiva.
“voi siete belle, ma siete vuote” disse ancora “non si può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi e vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa”

L'amore è fatica. Senza opere di manutenzione va in rovina come una casa disabitata.
(M. Jung “Il piccolo principe in noi”, Ed. Ma-Gi 2002)

Dedicato a tutte voi, e alla vostra rosa.
virginia 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non cambiare mai ...!!!