mercoledì 2 maggio 2012

Il sale della vita




E' un po' che non vi parlo di libri.
Ho letto una minuscola recensione che i miei occhi sono riusciti a stagliare, fra un articolo di moda e l'altro, su una rivista sfogliata distrattamente al bar, perché mi ha colpito il titolo: “il sale della vita”.
Sul momento mi è parso interessante e curioso, perché scritto da una antropologa africanista – Françoise Héritier – la quale si è da sempre occupata di vedere la vita da una prospettiva comparativa, mentre qui si è decisa a scendere in maniera commovente nelle esperienze uniche del suo vivere quotidiano.
Sono andata in libreria e l'ho cercato. Si tratta di un candido librettino di cento pagine, con la copertina di cartone rigido, solido e leggero allo stesso tempo, di quelli che già presagisco andare ad occupare un posticino speciale nel mio scaffale “tiramisù” (ma di questo magari vi parlerò in un'altra occasione).



Sul momento non l'ho neppure aperto, preso sulla fiducia di quelle poche righe rimaste nella mia memoria.
Ho deciso di leggerlo in momenti particolari, quelli in cui metti in pausa tutto il resto e ti concedi anche una manciata di minuti, ma intensi e tutti per te.
Così, ecco che dopo circa un mese sono giunta alla fine.
Vi ho trovato il condensato poetico di alcuni concetti che molte volte qui ho cercato di trasmettervi.
Ricordate la lista magica che vi avevo suggerito nel bon bon n.5 dello scorso anno? (puoi trovarlo qui se lo hai perso)
Ecco, “Il sale della vita” (Ed. Rizzoli), pur se nato da altre necessità, mi è parso una concretizzazione di quell'idea.
Partendo dal voler trasmettere a un amico l'importanza del non perdere contatto con le cose speciali di cui è fatto il bello della vita, l'autrice ripercorre sul filo della memoria, esperienze minute ed essenziali, frammenti di sensazioni, emozioni riconducibili a una parola, uno sguardo, attimi interminabili di gioie semplici.
non si tratta di alate speculazioni metafisiche o di meditazioni chissà quanto profonde sulla vanità dell'esistenza o sulla vita intima che arde in tutti noi. Si tratta semplicemente di imparare a fare di ogni istante della propria vita un tesoro di bellezza e grazia che si arricchisce in continuazione, per forza propria, e al quale si può attingere giorno per giorno. […]
Io ho imparato a conoscerli per quello che sono: i momenti ricchi di sapore che scandiscono la nostra vita. Basta poco per scoprirla infinitamente più ricca e interessante di come credevamo che fosse. Si ricordi soprattutto che questi tesori nessuno potrà mai portarglieli via.” (pag. 85-86)

Non scordatelo mai neppure voi, mie care.
Buona settimana,
virginia    

Nessun commento: