lunedì 25 giugno 2012

Il lieto fine è possibile


Qualche giorno fa Evi ci aveva raccontato una storia, per rendere testimonianza del coraggio di una donna come tutte noi, ma che ha vissuto un dolore immenso, profondo e lacerante (la trovi qui). Angela ce l'ha fatta a rialzarsi e con coraggio ha affrontato i suoi mostri, dentro e fuori da sé.
Questa donna, sorella d'anima di ciascuna, ci ha inviato le sue parole che narrano con meravigliosa grazia una sofferenza indicibile, e non possono evitare di penetrare nelle viscere ed evocare vissuti difficili da esprimere, che ci rendono fragili e vulnerabili ma al tempo stesso ci spingono a una profonda gratitudine verso di lei, per averla voluta condividere con noi. Grazie “Angela”, ti siamo vicine in questa Rinascita.
Un giorno molto lontano amavo ascoltare le favole, sentire la voce del raccontastorie di principesse nascoste nelle torri e poi salvate dal principe o di zucche trasformate in carrozze..
Una sera mi hanno strappato da questo mondo magico per portarmi in uno scenario dove l'orco era il protagonista principale e il principe non sarebbe mai arrivato.. Il cattivo si era insediato nella mia famiglia sotto falso aspetto di amico fidato e premuroso che avendo due figli maschi sentiva di voler cosi' tanto bene a questa bambina sempre allegra che chiese il permesso di porterle dare la buonanotte di leggerle le favole... le favole si... ma solo lui le conosceva e poi... solo io.. io che rimanevo ferma e immobile mentre la sua bocca andava tra le mie tenere gambine.. io che zitta sentivo le sue mani sul mio corpo..io che non capivo che diavolo di favola era..
Poi con il passare degli anni quella fiaba era diventata un libro di fiabe..
di fiabe macabre e devastanti.. io che avevo congelato la mia innocenza in un cassetto del mio cervello e ne avevo perso la chiave ho imparato a vivere giorno dopo giorno ... senza raccontare niente a nessuno.. senza un pianto..
senza nulla .. Ricordo ancora quando un giorno mia madre poiche' pioveva chiese al buon amico di accompagnarmi a casa in macchina perche' lei che era in bici aveva paura che io mi bagnassi .. ma lei non sapeva..non poteva sapere .. il mio inferno..l'urlo dell'anima che diceva no!!!! ti prego... voglio bagnarmi ..
voglio sentire la pioggia bagnarmi il viso..voglio sentirmi viva... non uccidermi...non straziare la mia carne... mi sono trovata in macchina ..e mentre lui guidava le sue mani hanno cominciatoa toccarmi ..e io come una piovra ero appiccicata alla portiera .. e lui rideva..il maiale rideva felice di essere il mio signore padrone..
Ma la vita procede veloce e il tempo ti fa crescere.. e quando ha capito che potevo essere pericolosa mi ha lasciata in pace.. ma ormai tutto era perso..
l'innocenza.. la purezza... tutto svanito.. Ha lasciato spazio solo a sentimenti di vendetta verso il sesso maschile..
Troppo lunga la storia ma gli uomini nella mia vita spesso li ho usati..
annientati.. mi sono fatta amare e poi li distruggevo lasciandoli nel loro dolore.. si sono sempre stata brava a farmi amare perche' sapevo come farli cadere ai miei piedi... perche' conoscevo l'arma per annientarli... ho anche amato ma poi si spegneva l'amore.. quando mi sento in trappola devo fuggire ..
devo volare.. devo respirare liberta'.. devo essere io la mia padrona...
A 33 anni mi hanno detto di non progettare il futuro. di vivere alla giornata...a 33 anni avevo gia' un divorzio alle spalle e una convivenza appena finita e ..3 figli... a 33 anni non potevo pensare di mollare tutto..a 33 anni io dovevo lottare per loro per me per i miei.. Io solo questo so fare,,lottare per qualche cosa.. il mio amico tumore ha patteggiato con me.. io gli do in affitto il mio cervello e lui sta li ogni tanto da una festa e quindi mi porta in ospedale ma poi tutto rientra.. a 35 anni mentre sola andavo a ballare incontro un ragazzo che diventera poi mio marito.. a 39 anni ... la tragedia ... la morte della mia anima... scopro casualmente che mia figlia la secondogenita e' stata abusata e violentata dal mio orco.. dal mio stesso carnefice.. Un urlo partito dallo stomaco che mi ha attraversato ogni singola cellula.. pure il mio tumore s'e' spaventato.. a allora ho alzato la testa..
basta silenzi..basta basta basta..
Con grande forza ho preso questa bambina ormai cresciuta e assieme abbiamo denunciato.. Si ! Abbiamo portato tutto alla luce del sole... rispolverato le ragnatele della memoria.. abbiamo pianto abbiamo sopportato domande cattive e insidiose. ci siamo sottoposte a confronti demolitori ma sempre a testa alta..
perche' le donne non devono piu' subire..perche non ci deve essere piu' omerta'' perche' la nostra forza siamo noi...
Abbiamo sopportatato per 5 lunghi anni tra rinvii e burocrazie lente poi.. poi la luce e' tornata.. poi la giustizia e' stata fatta.. poi e' arrivata la parola magica.... CONDANNATO!!!!!
Ecco .. ho aperto il libro delle fiabe.. mi sono seduta sul letto ... ho ascoltato il cantastorie...e ho pianto..perche' ora sia io che mia figlia possiamo guardare con serenita' al futuro e possiamo chiudere con un sorriso il libro e dire... e vissero felici e contenti
"angela"






2 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava Angela,
riuscire a parlare, scoprire il grande segreto è un passo memorabile. Puoi la parola CONDANNATO ecco questo per me non è stato.
Nel mio caso l'incesto è rimasto un segreto relegato alla famiglia. Come si può infangare il nome della famiglia?
Mio padre mi ha chiesto di ritirare tutto prima che egli muoia, così da riposare in pace.
Io non sarò mai in pace.

donneincontatto ha detto...

Cara amica, che grande peso ti ha dato tuo padre... non ci sono molte parole per alleggerirti, se non quelle di Angela che ti ha parlato direttamente, attraverso la sua esperienza. La sua voce è anche la tua e forse per un momento ti può far sentire meno sola col tuo segreto. Da parte mia posso magari invitarti a condividerlo ed elaborarlo con un terapeuta che ti aiuti a sentirti meno isolata nel portarlo e ti possa accompagnare nel trovare quella pace che cerchi, che se anche non può essere data dalla realtà fuori, tu possa trovarla dentro di te. Virginia