domenica 26 agosto 2012

False denunce di abuso in ipotesi di separazione conflittuale - Sindrome da accuse sessuali da divorzio


 
Molto spesso i padri rivendicano l'affido condi­viso, il diritto di frequentare i figli con regolarità e la possibilità di svolgere il ruolo genitoriale in mo­do completo ed efficace. Essi av­vertono un profondo disagio nel­l'interpretare la parte derespon­sabilizzata del papà della dome­nica, i cui unici doveri sono quel­li di provvedere al mantenimento dei figli e di farli divertire duran­te le ore che trascorrono insieme. Di contro, si sta assistendo ad un proliferare di denunce nei confronti di padri indegni, riguardanti mal­trattamenti e abusi sessuali sui fi­gli bambini. Accuse infamanti, mol­te delle quali risultano poi essere fal­se. E se alcune di queste sono at­tribuibili alla Sindrome della Madre Malevola, dettate cioè da un biso­gno patologico della ex moglie di punire l'ex marito cercando di alie­nargli i figli, o alla Sindrome di Alie­nazione Genitoriale (PAS), altre in­vece sembrano rispondere ad una vera e propria strategia offensiva usata con superficialità e inco­scienza nelle cause di divorzio. Pur di "vincere" non si tiene infatti con­to dei danni che si possono arrecare ai figli, i quali si sentono in colpa se indotti a testimoniare contro il ge­nitore e sminuiti e umiliati all'idea di avere un padre indegno perché di frequente all'interno di que­sta categoria vengono riuniti fe­nomeni che presentano caratte­ristiche diverse.
La ricerca sulle false denun­ce di abuso si è sviluppata principalmente in tre dire­zioni: alcuni studi si sono con­centrati sull'accuratezza della ri­costruzione dell'abuso da parte del minore, altri hanno preso in considerazione le false denunce e i cosiddetti "falsi ricordi" pro­dotti da adulti in merito a presunti abusi subiti in età infantile, altri ancora hanno indagato le false denunce generate nel contesto del­le controversie legali legate alla separazione. È quest'ul,timo l'am­bito nel quale viene evidenziata la loro maggiore incidenza: un ge­nitore risentito, nei confronti dell’altro partner può, infatti, intenzionalmente architettare una causa di abuso.
 
La portata del fenomeno ha condotto alcuni ricercatori a dare una definizione specifica, ossia "Sindrome da accuse sessuali da divorzio" (Sexual Allegations Divorce, SAIO Syndrome) (Bh e Ross, 1987); come hanno sottolineato gli autori che ne hanno delineato i tratti distintivi.
A monte delle accuse è presente una storia familiare disfunzionale, con conflitti irrisolti legati la separazione e a situazioni ambigue; la madre, che generalmente è il genitore accusante, presenta di solito una personalità isterica o border line, o comunque arrabbiata e decisa a farsi "giustizia".
In merito alla frequenza del fenomeno, i dati forniti dalla letteratura sono piuttosto eterogenei uno studio condotto da Thoen e Tjaden (1990) e quello svoltc Mclntosh e Prinz (1993) ha evidenziato che le accuse all'interno di controversie legate all'affidamento dei figli sultavano presenti nel 2% dei casi, mentre una ricerca più recente di La Fortune e Carpenter mostra che il fenomeno si verifica con una media del 30%.
I soggetti, che possono o meno essere affetti da un disturbo di personalità, risultano:
-soggetti ossessionati dall' odio e dall'ostilità nei confronti dell'ex partner e che fanno di tutto per ar­recargli danno; in questi casi il bambino viene strumentalizzato e diventa una pedina nella batta­glia contro l'ex compagno (il con­cetto elaborato dallo psichiatra americano Richard Gardner (1987) di "Sindrome da Aliena­zione Parentale" (PAS, Parental Alienation Syndrome) trova spesso applicazione in situazioni di questo tipo, così come quello di "Sindrome della Madre Malevola" )
- soggetti ossessionati dall'idea che il figlio sia stato o possa essere oggetto di abuso sessuale. Geni­tori come questi possono arriva­re a interrogare costantemente il bambino, ad esaminare i suoi genitali al ritorno dalle visite pres­so l'altro genitore, a sottoporlo ' di continuo a visite mediche, fino a quando qualche professionistan non giunga a confermare il so­spettato abuso. In casi come que­sti, possono essere presenti anche più resoconti infondati di abuso;
- soggetti che reagiscono in mo­do abbastanza appropriato di fronte ad una situazione ambi­gua rivolgendosi ad un esperto, ad esempio un terapeuta, che tut­tavia, in maniera avventata, co­munica al genitore che il bambi­no è stato sessualmente abusa­to. Quando uno specialista espri­me un parere sulla base della sua autorevolezza professionale, è le­cito che un genitore sensibile ne risulti facilmente convinto.
Generalmente il genitore che muove l'accusa, nel caso di un abuso realmente acca­duto, come evidenzia Gardner, tende a manifestare sentimenti autentici di confusione, smarri­mento e imbarazzo, cercando di mantenere il segreto intorno al­l'accaduto; viceversa, nei casi in cui la denuncia sia costruita, il ge­nitore accusante esprime il biso­gno di raccontare i dettagli della vi­cenda a tutti senza alcun senti­mento di vergogna, si mostra fer­mamente convinto dell'abuso fin dall'inizio ed è restio ad accettare l'eventualità di spiegazioni alter­native, tanto che, se l'esperto con­sultato per primo esclude l’ abu­so, il genitore accusante continua a cercare altri professionisti che confermino i suoi sospetti e ri­chiede che le indagini proseguano, senza preoccuparsi delle conse­guenze che queste possono pro­durre nel bambino. Alcuni genitori poi continuano ad essere convinti che il loro bam­bino sia stato abusato anche dopo che il Tribunale ha disposto l'archiviazione della denuncia e che è stata decretata la ripresa dei contatti tra il minore e il ge­nitore accusato.
Rispetto all’età del bambino coinvolto nelle false denunce, le ri­cerche sottolineano come più fre­quentemente si tratti di bambini molto piccoli, spesso al di sotto dei 5 anni, particolarmente vul­nerabili alle manipolazioni di un genitore arrabbiato e assetato di vendetta contro l'ex partner.
Di solito, nel caso delle false de­nunce, i resoconti sono di natura piuttosto vaga e non riferiscono di un preciso comportamento attri­buito all'accusato; difficilmente si prestano ad essere verificati o respinti, perché si basano su af­fermazioni quali" qualcosa è suc­cesso", oppure "c'è qualcosa di sbagliato, me lo sento", e la convinzione di chi accusa è difficilmente intaccabile. Non di rado resoconti presentati dal genitore accusante, che con maggiore' probabilità si riveleranno falsi, È necessario inoltre sottolineare il ruolo spesso ricoperto dai professionisti coinvolti negli episodi di false denunce: uno dei fatti l'origine delle accuse è la conferma prematura di figure professionali in merito alla verità dei sospetti .
Gli errori di valutazione che si commettono riguardo al­le rivelazioni di abuso ses­suale a danno di minori compor­tano delle conseguenze a lungo ter­mine che colpiscono tutte le parti coinvolte nella vicenda: anche se in letteratura l'accento è stato posto soprattutto sulle ripercussioni su­bite dal minore realmente abusa­to che non viene creduto, anche nel caso di una falsa denuncia ri­tenuta fondata, il bambino è de­stinato purtroppo a subire un trau­ma. Il minore non solo rimane in­trappolato nella spirale dell'iter processuale, ma spesso è avviato a percorsi terapeutici specifici per le vittime di abuso che possono ri­sultare confusivi e potenzialmente iatrogeni, senza parlare poi della relazione del bambino con il geni­tore accusato, che il più delle vol­te rischia di rimanere irreparabil­mente danneggiata
Evi

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