lunedì 23 settembre 2013

Il giardino del femminile


 
In molte occasioni qui sul blog mi avete sentito affermare che l'arte e la creatività sono fra le esperienze più intense attraverso cui si può entrare in profonda connessione con se stesse, grazie anche a improvvisi lampi di consapevolezza che un'opera infonde, nella confusione dei pensieri che troppo spesso affollano la mente girando a vuoto.

Per questo motivo mi piace andare a visitare mostre, musei, ma anche cogliere l'arte in ogni dettaglio che ci circonda.

Qualche anno fa ho partecipato a una gita organizzata dal centro di Psicosintesi di Bolzano, un sabato alla scoperta del Giardino di Sculture di Sieglinde Tatz Borgogno nella frazione di Pochi a Salorno (Bz).

Ne ero rimasta entusiasta, avrei voluto restare più tempo e godere a lungo di quella magica atmosfera.

Il perché è semplice: si tratta di un vero itinerario fra arte e natura, un piccolo bosco seminato di sculture di ogni dimensione, per la maggior parte raffiguranti donne, nelle diverse fasi e percorsi della vita.

Così questa estate ci sono tornata e oggi voglio condividere con voi l'incanto delle forme che raccontano storie.

Lungo lo stretto viottolo basta guardarsi attentamente intorno e scorgere piccoli corpi in bronzo che emergono dai fili d'erba, forme che si aggiudicano lo spazio, occupando rotondamente quel piccolo angolo di mondo.
 

Nel sito della scultrice (qui) troviamo un'intervista (qui )  dove l'artista ci spiega che la scelta di iniziare da figure minute rappresenta la sua vita: ho cominciato con donne piccole …..; lentamente diventano più grandi e finalmente libere. Poi scoprono gli uomini, quello che nella vita è positivo e quello che è negativo…, gli orrori della guerra”.

Queste donne tendono verso la grandezza dell'universo, “ma impiegano tantissimo tempo per raggiungerla: all’inizio le figure sono strettamente legate al suolo ed alla luce riescono a rivolgere soltanto uno sguardo. Hanno bisogno di tempo, ma alla fine vi si avvicinano così tanto che sulla terra, di loro, resta solo la punta dei piedi. Quan­­do infine stanno lì, erette in tutta la loro spiritualità e, finalmente liberate, si adagiano sul terreno a riposare.”
 

Sieglinde è riuscita a trasmettere attraverso questo giardino il percorso con cui ciascuna donna inevitabilmente si confronta.

Ogni più piccola tappa, ogni personaggio su cui si posano i tuoi occhi mentre passeggi, può trasmetterti una riflessione e obbligarti a fermare il piede.

Puoi ignorare una statua enorme ed essere rapita da una miniatura che nessun'altro vede, perché narra il tuo momento presente più di altri eventi magnificenti.  

Puoi salire di una curva e osservare le cose da una nuova prospettiva, accorgerti che è di più ampio respiro oppure che ti inchioda, impedendoti di scappare ancora, elaborando il necessario per poter proseguire.

Osservi gli “incontri” altrui, quei corpi che si sfiorano, la generosità delle forme che semplicemente “sono” perché libere da canoni estetici; puoi restare ammirata dalla seduzione di una postura che sfida il mondo.




Infondo le nostre vite sono come questi sentieri nel bosco di Pochi.

Incontriamo le esperienze che ci trasformano strada facendo, scegliendo se sostare oppure andare oltre. A volte ritorniamo. Altre dimentichiamo. Altre ancora rifiutiamo.

Lungo quel sentiero c'è la dimensione del gioco, della gioia, c'è la solitudine, l'interiorità, c'è la fiducia, l'appagamento, c'è il dolore, c'è la speranza...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Poi ancora passi avanti che ci permettono di avere uno sguardo più ampio su quello che è stato, grazie a nuove esperienze, incontri, abbagli (ci sono anche cristalli appesi agli alberi, nel giardino di Seiglinde) alla ricerca continua della luce che ci guidi.
C'è un cappello da strega, sospeso, perché forse è necessario confrontarsi anche con quello che il mondo ci rimanda di noi.

Infondo la fiaba di Cappuccetto Rosso ci insegna che a volte è necessario allontanarsi dalla strada maestra, disobbedire, per conoscere le proprie ombre, per conoscere il bene e il male, e poter scegliere e crescere.
 
 
 
 
 
Quando si arriva nel rotondo abbraccio di alberi in cima alla collinetta del giardino, si osserva il percorso dall'alto.

Tutto è lì dove era prima, ma allo stesso tempo è diverso.
 
 

Perché noi siamo diverse.

Siamo un pezzettino di ogni donna incontrata nel percorso.


Buona settimana

virginia


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