lunedì 2 dicembre 2013

Dieci minuti per trasformarsi



Uno dei motti più celebri di Roberto Assagioli, padre della Psicosintesi è il “conosci, possiedi e trasforma te stesso”.
In questa semplice frase è riassunto il senso di tutto il processo di ri-armonizzazione delle nostre parti attorno a un centro unificatore, il fare ordine nel disordine, il trovare un significato diverso agli eventi, in vista di una crescita di tutta la nostra persona, in una sola parola: evoluzione.

il nostro carattere lungi dall'essere rigido e immutabile, si modifica ogni giorno per l'azione di innumerevoli influssi, sia che noi ne siamo coscienti o no. Si tratta dunque di decidere se tali modificazioni devono essere lasciate al caso, e quindi restare contraddittorie, caotiche e spesso nocive, oppure venir prodotte coscientemente, coordinate secondo un piano preciso e dirette a liberarci dalle tendenze non desiderate ed a realizzare una vita psichica più alta, più libera e più feconda.” (Assagioli, 1909)

Come già abbiamo visto qualche tempo fa (se lo hai perso lo trovi qui), il cambiamento fa parte della nostra vita, ma mentre ci sono cambiamenti che accogliamo a braccia aperte, ce ne sono altri che ci prendono alla sprovvista, per i quali ci sentiamo sprovvisti di strumenti, impotenti di fronte alle avversità.
Questo accade soprattutto di fronte a cambiamenti subiti, agli episodi dolorosi che mettono alla prova le nostre risorse, azzerando tutto.
Di questo tipo di eventi parla il nuovo libro di Chiara Gamberale (“Per dieci minuti” Feltrinelli):

L'unica a non avercela più, una vita, ero io.
Al suo posto una massa informe, sfilacciata, ferita, che come unico perno su cui girare aveva lo smarrimento. (pag. 10)

Si tratta di un diario autobiografico, frutto del “gioco” - che come tutti i giochi sono per persone serie – propostole dalla sua terapeuta:

Che un giorno di dicembre – ispirata da Rudolf Steiner ed esasperata da me – alla fine di una seduta, mi ha buttato lì, intensa e un po' magica com'è: “Le va di fare un gioco?”
...”
per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa che non ha mai fatto.”
cioè?”
una cosa qualunque. Basta che non l'abbia mai fatta in trentacinque anni.”
quasi trentasei”
quasi trentasei. Una cosa qualunque. Nuova.”
per un mese”
si”
per dieci minuti”
(pag. 11)
Ecco il punto di partenza di Chiara per permettersi di sperimentare il nuovo e riuscire attraverso di esso a donare diversi significati anche al passato.
A volte è necessario cambiare prospettiva per comprendere e integrare certi eventi, perché insieme a loro, metabolizziamo anche parti di noi, parti di cui magari non eravamo neppure consapevoli.
Non ho potuto fare a meno di pensare a quanto accomuni il pensiero di Steiner con quello di Assagioli.
Conosci – significa proprio riuscire a vedere con altri occhi ciò che è sempre stato lì di fronte. Riuscire a essere obiettivi e osservare, semplicemente osservare quello che è, una volta usciti dall'identificazione col problema, o vissuto o dolore che sia.
Possiedi – significa percepire che possiamo avere un ruolo attivo nella nostra vita, soprattutto nel modo di affrontare, scoprire, dirigere le nostre energie; possedersi vuol dire fare esperienza della propria ricchezza, cominciando a familiarizzare proprio con quelle qualità, aspetti e caratteristiche che mai avremmo pensato di poter avere (e che Chiara sperimenta nei dieci minuti).
Trasforma – è apparentemente l'ultima tappa, perché in realtà il processo una volta innescato non ha mai fine. Nel suo significato etimologico, tras-formare significa andare oltre la forma che credevamo di avere, quella identità uguale a se stessa che non voleva cambiamenti, che era tutta centrata su di sé, sui suoi bisogni e necessità e che progressivamente, con la crescita, si apre all'altro e a valori più elevati che arricchiscono.

è come se per tutto il giorno si fosse rimasti fermi in una località, considerando le singole parti una per una; e poi la sera, da un'altura vicina, si desse uno sguardo d'insieme all'intera località.
Il rapporto fra le diverse parti risulta allora ben diverso da quando si era dentro.” (R. Steiner, 1999)

Proprio Rudolf Steiner ci dice che

in un epoca portata alla critica come la nostra gli ideali si abbassano e altri sentimenti subentrano al rispetto, alla venerazione, alla devozione e all'ammirazione. Chi dunque cerca la conoscenza deve creare in sé questi sentimenti, deve infonderli da solo alla propria anima – e questo non si ottiene con lo studio, ma soltanto con la vita.”
chi ha esperienza di queste cose sa che in ognuno di questi momenti si destano nell'uomo forze che altrimenti resterebbero latenti e si aprono gli occhi spirituali. Egli inizia così a vedere cose che prima non poteva vedere, comincia a rendersi conto che prima vedeva soltanto una parte del mondo circostante.”
(“Iniziazione ai mondi superiori” Ed. Mediterranee 1999)

Autorizzandosi a provare una novità, si esce dai circoli viziosi dei copioni di vita, dai pensieri rimuginatori fini a se stessi e ci si concede una dimensione altra, sconosciuta, che fa emergere riflessioni che aprono possibilità piuttosto che chiudere tutte le speranze.
Ecco cosa suggerisce in pratica Steiner:

ogni giorno […] isolarsi per breve tempo e occuparsi di cose del tutto diverse da quelle che costituiscono la sua occupazione abituale”
anche il modo in cui se ne occupa deve essere completamente diverso da quello che usa nelle abituali occupazioni”

[...] cinque minuti al giorno sarebbero sufficienti! Tutto dipende dal modo in cui quei cinque minuti vengono utilizzati.
Durante questo periodo la persona deve staccarsi completamente dalla sua vita giornaliera. I suoi pensieri e i suoi sentimenti devono acquistare un colorito diverso dal consueto.
Deve passare in rassegna con l'anima le sue gioie, i suoi dolori, le sue esperienze, le sue azioni e li deve considerare da un punto di vista superiore, come se fossero esperienze di altri. […] se ci riesce, le sue esperienze gli si riveleranno in una luce nuova.
Quando si ottiene la calma interiore propria di una visione generale, l'essenziale si separa dal non essenziale: dolore e gioia, pensieri, azioni, propositi ci si rivelano diversi quando ci si pone in questo modo di fronte ad essi.”
(R. Steiner 1999)

Ovviamente vi consiglio di leggere il libro-diario di Chiara, che schiude piccoli miracoli quotidiani ad ogni pagina, aiutando a comprendere che non è la vita che cambia, ma siamo noi che cambiamo rispetto ad essa.
Come ci dice ancora Steiner, “occorre aver prima sperimentato il divino nella propria anima se lo si vuole trovare nell'ambiente che ci circonda”.
Domani è il 3 dicembre.
Un anno fa Chiara cominciava il suo gioco dei dieci minuti.
Chi di voi vuole cominciare di nuovo domani e vedere cosa accade?

Buona settimana
virginia

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