lunedì 19 maggio 2014

Giù la maschera



Se vogliamo provare la gioia di essere amati
dobbiamo sottoporci alla mortificante tortura
di farci conoscere
(Tim Kreider)


Oggi voglio scrivere partendo da questa frase che ho trovato nell'oroscopo di Rob Brezny sulla rivista “Internazionale” (non lo conosci? Clicca qui per trovare ogni settimana uno stimolo interessante che ti aiuti a riflettere su ciò che ti accade, senza fare troppe previsioni...)
Il titolo che ho usato è lo stesso che Paul Ekman ha dato al suo testo che raccoglie anni di studio sulle emozioni umane.
Noi siamo abituati ad attribuire un significato emotivo a specifici movimenti facciali, e come ci spiega Ekman, diciamo universalmente che ad esempio gli angoli della bocca all'insù esprimono felicità mentre all'ingiù indicano tristezza.
Questo in termini evolutivi è servito a saper entrare meglio in contatto con gli altri riuscendo empaticamente a cogliere i segnali per una migliore comunicazione.
Sta di fatto però, che nel tempo ci siamo specializzati anche a camuffare queste emozioni per non permettere agli altri di cogliere ciò che ci accade dentro.
E questo non succede solo per le espressioni facciali, superficie increspata del corpo che risponde: è vero anche e soprattutto riguardo alla nostra più profonda interiorità, ai vissuti più reconditi, alle fragilità e incertezze che tendiamo a mantenere segrete alla luce del sole, per mostrare un'immagine al mondo più edificante e appetibile o per difendersi strenuamente dopo troppe ferite dovute all'essersi svelati con le persone sbagliate.
È su queste basi che nasce la convinzione che farci conoscere sia una “mortificante tortura”, un mettersi a nudo troppo rischioso.
Invece rappresenta l'unica via per riuscire a entrare davvero in una relazione profonda e autentica.
Questa settimana ho poco tempo per scrivere, così vi suggerisco due scritti di qualche anno fa che fanno proprio al caso nostro per approfondire questo tema.
Li trovate qui e qui

buona settimana
virginia 

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