lunedì 8 settembre 2014

Un nuovo inizio

(immagine da Pinterest)


Eh si, inutile rimandare questo argomento.
Settembre è sempre un tempo di propositi e nuovi inizi, periodo di progetti da seminare e curare poi nella loro realizzazione durante i mesi invernali.
Oggi però parliamo di un tipo di progetto diverso da quello che vi aspettereste.
Ciò che caratterizza le ri-partenze è una sorta di spinta alla realizzazione di qualcosa che appaghi un bisogno o un desiderio.
E qui già è necessaria una precisazione.
Che differenza passa fra bisogni e desideri?
Il bisogno attinge dal riconoscimento di una necessità interiore, si tratta di colmarlo e appagarlo.
Abraham Maslow aveva classificato i bisogni nella sua piramide (ne avevamo già parlato qui ) che mostrava come certe esigenze più elevate potessero emergere solo quando i bisogni di base fossero appagati (ad es. se non si ha di che mangiare e vivere non ci si interroga sulla stima di sé o sulla auto-realizzazione).
Ma anche all'interno dei bisogni fisiologici possiamo muovere delle distinzioni.
Che cosa differenzia il semplice bisogno di cibo per nutrirsi dalla voglia di una pizza?
Il desiderio appunto.
Quel qualcosa in più che ci è permesso dalla possibilità di scegliere.
Il desiderio tende verso ciò che manca, ci attiva e fa sì che ci muoviamo per riuscire ad ottenerlo.
Vi starete chiedendo perché oggi vi parli di pizza e altre amenità...
Lo sto facendo perché – restando nella metafora – molte volte mi trovo di fronte a persone che potrebbero mangiare la pizza (o quello che più gli piace) ma credono di doversi accontentare di ciò che capita, come poveri mendicanti abituati alla penuria e alle privazioni.
Si limitano a sopravvivere quando potrebbero nutrire se stessi con cibi gustosi per l'anima, perché hanno la possibilità di scegliere, ma non ne sono consapevoli.
Anzi, a volte si sentono in colpa nel desiderare quel “qualcosa in più” per se stessi quasi come fosse un peccato di presunzione; il rischio in questi casi è di cedere all'abbuffata in un'altalena emotiva che non ha fine, perché manca l'equilibrio della conoscenza di sé, che permetterebbe l'integrazione.
Questo avviene soprattutto quando le persone hanno tutto (o molto) di ciò che volevano e comunque sentono che ancora “manca qualcosa”.
Ecco, invece di farsi invadere dal senso di colpa, questo è il momento in cui interrogarsi nel profondo.
In superficie c'è solo un disagio diffuso, strisciante, una insoddisfazione pruriginosa.

Tutti sospettano che tu stia vivendo un severo episodio di sindrome premestruale o uno di quei momenti di “cambiamento”. Bene, significa che sei pronta per affrontare un vero cambiamento, ma non si tratta della menopausa o dell'inizio del ciclo mestruale.
È lo stadio che precede la magnificenza.
«Siedi per giorni dicendo 'È una cosa strana' » ci ricorda il poeta sufi Rumi.
«Sei tu la cosa strana. Hai dentro di te l'energia del sole, ma continui a bloccarla alla base della spina dorsale. Sei uno strano tipo d'oro che vuole rimanere fuso nella fornace per non dover diventare una moneta»
(Tratto da “Il coraggio di una vita autentica
S.B. Breathnach 2003)

Quindi è altrove che occorre cercare.
In realtà “la pizza” che ti nutre non è fuori, bensì dentro.
L'insoddisfazione può essere il segnale che qualcosa in te preme per essere realizzata.
Roberto Assagioli affermava che non tutti i disagi psichici sono dettati dalla patologia, anzi, vi possono essere quelle che lui definiva “crisi che precedono il risveglio”.

Quali sono le domande che ti possono aiutare per uscire dalla spirale dell'incertezza?
  • Ci sono rimpianti che bloccano le mie energie nel passato?
  • C'è qualcosa che rimando da troppo tempo?
  • Quali “storie” mi sto raccontando per sopravvivere e non vivere a pieno la mia vita?
  • Quale (cattiva) abitudine posso rompere?
  • Ci sono bisogni profondi che appagano la mia anima a cui ho rinunciato? Come posso integrarli nella mia vita passo dopo passo senza capovolgere tutto?
  • Cosa posso scegliere, per me, adesso?

Il mese di settembre potrebbe essere una buona occasione per cominciare a dare risposte a questi interrogativi dell'anima e magari fare il primo passo per un nuovo inizio, risveglio delle esigenze della vostra parte più “vera”.

Nei romanzi e nella vita –
non è mai troppo tardi per cambiare
(N. Thayer)

buona settimana
virginia

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